Studiare con la musica aiuta a concentrarsi?


  • 24-05-2022
  • Sottotesi.it

Di Vidal Gerardo Cuba Gelsi

Ti è mai capitato di entrare in biblioteca e vedere ragazzi assorti nello studio con le loro cuffie e chiederti cosa diavolo ascoltano per concentrarsi (perché a te magari non è mai riuscito studiare con la musica), se fanno finta di studiare per ascoltare musica o al contrario se mettono le cuffie solo per isolare i rumori di sottofondo? 

La musica è nata con uno scopo di benessere personale e sociale, per questo ognuno giova della musica nel modo che preferisce. In effetti però, gli studi di psicologia che analizzano le reazioni del cervello agli stimoli uditivi-musicali, dimostrano che ascoltare un certo tipo di suoni mentre si studia ci aiutano davvero a concentrarci, come allo stesso modo alcuni rumori ci infastidiscono.

Ci tengo a fare una seconda premessa: la differenza tra ascoltare e sentire. Ascoltare presuppone un ascolto attivo e concentrato; sentire invece implica semplicemente l’utilizzo dell’udito, senza per forza una comprensione logica, in quanto il nostro focus d’attenzione è diretto sul compito che stiamo eseguendo. 

Come la musica di sottofondo nei luoghi comuni, più o meno vivaci (come un bar o una sala d’attesa), che ha il merito di creare il giusto ambiente, impostare il giusto “mood”, mentre siamo impegnati in tutt’altro. Seguendo la stessa logica, l’ascolto attivo invece è fonte di distrazione: per esempio, canticchiare la canzone del momento mentre studiamo farà concentrare il nostro cervello sulla musica e non sui libri.

Il filone della ricerca scientifica sulla musica per la concentrazione molto ricco di ricerche, alcune delle quali permettono di stabilire uno schema indicativo dei casi in cui una melodia può essere utile alla per lo studio.

Silenzio o Musica?: Lo studio di Rong-Hwa Huanga and Yi-Nuo Shihb del dipartimento di Business Adiministration del College di Taiwan cerca di capire in primis se la musica possa influenzare il comportamento e la concentrazione e, in secondo luogo, se la musica che amiamo o detestiamo ha influenze differenti dalla musica che ci risulta essere “neutrale”. Dopo una serie di esperimenti il risultato è che il completo silenzio (difficile da avere intorno) porta benefici maggiori, e se si studia con la musica di sottofondo quella che dà i migliori risultati è quella che ci risulta essere “neutrale”.

Rumore di sottofondo o Musica?: Nello studio del 2011 di Stacey Dobbs, Adrian Furnham e Alastair McClelland, si è dimostrato che un rumore di fondo porta ad essere meno concentrati e di conseguenza meno produttivi. È per questo che si usa la musica per studiare o i suoni di sottofondo come il rumore del vento, della pioggia o i classici rumori bianchi per isolarsi e aumentare la concentrazione. Lo stesso studio evidenzia che la musica ha effetti differenti su soggetti introversi ed estroversi. I primi solitamente con la musica e altri rumori ambientali peggiorano le loro performance di studio e apprendimento; al contrario le persone estroverse riescono meglio a “sopportare” il rumore esterno, soprattutto se si tratta di musica.

Le indicazioni generali che si possono trarre dagli studi scientifici è che alcuni tipi di musica ci permettono di essere più produttivi di altri, ma quali sono? Per ottenere un ascolto passivo, non concentrato, la musica dovrebbe essere neutra e rilassante (non rock, dance o ritmata), senza parole che possano catturare il nostro senso dell'impegno logico e la voglia di decifrarle, e soprattutto essere una melodia che non conosciamo, così da evitarci il desiderio di canticchiarla.  

Alcuni studi si soffermano su come alcune tipologie di musica riescano a farci concentrare di più durante le nostre sessioni di studio. A tal proposito è famoso “l’effetto Mozart” secondo il quale le persone che ascoltano le opere di Mozart tutti i giorni sarebbero più intelligenti. La musica migliore per studiare è quella composta da pochi strumenti come le sonate per 1 o 2 pianoforti o i quartetti d’arco, quindi cerca di evitare le opere con orchestre numerose, piene di suoni e passaggi che tendono a catturare l’attenzione del cervello. Lo spiegano alcuni scienziati tra cui Frances Rauscher uno psicologo dell’università del Wisconsin: secondo lui il pezzo migliore per la concentrazione e lo studio sarebbe proprio la Sonata di Mozart in Re maggiore per due pianoforti

In ogni caso la regola generale è quella di provare su te stesso varie melodie per capire se un certo genere musicale può apportare dei benefici al tuo studio o no.