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Tradizioni di laurea nel mondo (e in Italia)


Laurearsi è un traguardo importante in ogni parte del mondo, ma il modo in cui si festeggia questo momento varia sorprendentemente da una cultura all’altra. Dal lancio del tocco negli Stati Uniti alle tradizionali ghirlande di fiori delle isole del Pacifico, ogni Paese ha rituali unici per onorare gli anni di studio, sacrifici e crescita personale. In questo articolo ti racconteremo alcune delle celebrazioni di laurea più affascinanti e curiose nel mondo, scoprendo come usanze locali, simboli e tradizioni rendano ogni cerimonia indimenticabile – non solo per chi si laurea, ma anche per le famiglie e le comunità che li circondano.

Indice dei contenuti

  • Tradizioni internazionali
    1. USA
    2. Giappone
    3. Regno Unito
    4. Finlandia
  • Tradizioni italiane
    1. Padova
    2. Napoli
    3. Bologna
    4. Conclusione

    Tradizioni internazionali

    USA

    Negli Stati Uniti, la cerimonia di laurea, chiamata comunemente “Graduation” o “Commencement“, è un evento formale ma emozionante, carico di significato condiviso. Gli studenti indossano la toga e il tipico cappello quadrato chiamato “mortarboard“, al quale è attaccata una nappa (tassel). Il colore della toga è solitamente nero, mentre stole, cordoni e dettagli possono variare a seconda della disciplina accademica, delle onorificenze ricevute o dell’appartenenza a club e società onorifiche. Ad esempio, si usano stole colorate o cordoni speciali per indicare il merito accademico o la partecipazione a organizzazioni studentesche e onorarie. Molti decorano il proprio tocco con frasi motivazionali, dediche o disegni creativi, personalizzando così un oggetto simbolico della loro esperienza universitaria.

    La cerimonia si apre con i discorsi ufficiali, solitamente tenuti dal presidente dell’Università e da un ospite d’onore, chiamato “commencement speaker”, spesso una figura pubblica di rilievo, un ex studente celebre o un leader del mondo politico, culturale o economico: ricordiamo uno dei più famosi “Stay hungry, stay foolish” di Steve Jobs, che invitava a seguire le proprie passioni vivendo al meglio ogni momento senza preoccuparsi di un possibile fallimento.

    Un momento molto atteso è quello del cambio della nappa: prima della proclamazione, la nappa è posizionata sul lato destro del cappello e viene spostata sul lato sinistro una volta che lo studente è ufficialmente laureato, a simboleggiarne il passaggio di status. Subito dopo, spesso si assiste al tradizionale lancio del tocco in aria, un gesto collettivo che rappresenta la gioia e la celebrazione del traguardo raggiunto. 

    La cerimonia di laurea negli Stati Uniti è dunque un momento altamente simbolico e profondamente sentito, che celebra non solo il traguardo accademico, ma anche la transizione verso una nuova fase della vita.

    Giappone

    In Giappone, la cerimonia di laurea, chiamata “sotsugyō-shiki” (卒業式), è un evento altamente formale e profondamente rispettato, che rappresenta non solo la conclusione di un percorso accademico ma anche un rito di passaggio verso l’età adulta e il mondo del lavoro. A differenza dell’atmosfera spesso festosa delle cerimonie occidentali, in Giappone il tono è generalmente sobrio, elegante e improntato al rispetto per l’istituzione scolastica e per i docenti.

    Gli studenti universitari giapponesi, in occasione della cerimonia, indossano abiti particolari che riflettono la formalità del momento. Molti uomini scelgono l’abito scuro con cravatta, mentre le donne spesso indossano il tradizionale “hakama“, un indumento ispirato all’abbigliamento classico giapponese, abbinato a un kimono formale. Questa scelta, oggi diffusa soprattutto tra le studentesse, richiama l’estetica del Giappone Meiji e rappresenta un omaggio alla cultura nazionale. Tuttavia, è sempre più comune anche l’uso di abiti occidentali formali, specialmente nei contesti più moderni o nelle università private.

    La cerimonia si svolge solitamente in primavera, intorno alla fine di marzo, in concomitanza con la fine dell’anno accademico giapponese. Nel periodo successivo alla cerimonia, i neolaureati infatti, iniziano subito la loro transizione verso il mondo del lavoro. In Giappone è tradizione iniziare a lavorare il 1º aprile, data d’inizio dell’anno fiscale e lavorativo. Per questo motivo, la laurea rappresenta un vero e proprio passaggio di stato, da studente a “shakaijin” (社会人), ovvero “persona della società”, termine usato per indicare chi lavora a tempo pieno e assume pienamente le responsabilità della vita adulta.

    Uno degli elementi più distintivi della cerimonia giapponese è la sua enfasi sulla collettività e sull’umiltà. A differenza delle cerimonie occidentali, dove lo studente è chiamato individualmente sul palco, in Giappone spesso il diploma viene consegnato simbolicamente al rappresentante dell’intera classe o dipartimento e, solo in un secondo momento, viene consegnato al singolo. Questo aspetto riflette il valore culturale dell’armonia sociale e della modestia, principi cardine della società giapponese.

    In un contesto culturale dove il gruppo, il rispetto per la gerarchia e la disciplina sono centrali, la cerimonia di laurea in Giappone diventa un momento solenne e simbolico, che riflette non solo il merito accademico, ma anche i valori sociali di rispetto, appartenenza e responsabilità.

    Regno Unito

    Nel Regno Unito, la cerimonia di laurea, conosciuta come “graduation ceremony“, è un evento solenne e carico di tradizione, che celebra ufficialmente il conseguimento del titolo accademico. 

    L’evento ha radici storiche molto profonde, in particolare nelle università più antiche come Oxford e Cambridge, dove ancora oggi si mantengono cerimoniali medievali e formule ufficiali in latino o in inglese arcaico, dove il laureando deve chinarsi o fare un piccolo inchino al momento della proclamazione. Il fulcro della cerimonia è il momento in cui lo studente, ormai laureato, riceve formalmente il diploma accademico. In alcune università, i candidati vengono presentati uno a uno al rettore o al vice-cancelliere, accompagnati da un responsabile accademico che attesta verbalmente che lo studente ha soddisfatto tutti i requisiti per ottenere il titolo.

    Durante la cerimonia, gli studenti indossano una toga accademica e un copricapo tradizionale, spesso personalizzati in base al grado di studio e alla disciplina accademica. Il colore e il taglio degli abiti possono variare sensibilmente da un’Università all’altra, poiché ogni Ateneo ha un proprio regolamento sull’abbigliamento accademico. Nelle università storiche, come quelle di Durham, St Andrews, e le già citate Oxford e Cambridge, il codice è particolarmente rigoroso e segue tradizioni secolari. A differenza degli Stati Uniti, nel Regno Unito non è comune decorare il cappello o il vestito: si mantiene un tono più formale e composto. Tuttavia, negli ultimi anni, alcune università hanno reso le cerimonie più inclusive e flessibili, permettendo una maggiore espressione personale pur nel rispetto del protocollo

    Nel contesto britannico, ricevere la laurea è considerato un momento altamente simbolico, che suggella anni di studio e dedizione. Per molti studenti internazionali, in particolare del Commonwealth, partecipare a una cerimonia di laurea nel Regno Unito ha anche un valore culturale speciale, poiché rappresenta il legame con una lunga tradizione accademica riconosciuta in tutto il mondo.

    Finlandia

    In Finlandia, la cerimonia di laurea è un evento importante ma caratterizzato da una sobrietà e una discrezione che riflettono i valori fondamentali della società finlandese: l’uguaglianza, il rispetto per l’individuo e l’attenzione alla sostanza più che alla forma. In Finlandia, la dimensione domestica e riservata della festa è molto sentita, e il riconoscimento sociale non passa attraverso grandi manifestazioni pubbliche, ma attraverso gesti sinceri e condivisi all’interno della comunità ristretta. Nonostante la relativa semplicità delle cerimonie rispetto ad altri Paesi, la laurea in Finlandia è comunque un momento di forte significato personale e sociale, che segna il completamento di un percorso accademico rigoroso e impegnativo. 

    A differenza di quanto accade nei Paesi anglosassoni, in Finlandia non esiste un’unica cerimonia nazionale o uniforme, ma ogni Università (e spesso ogni facoltà) segue le proprie tradizioni: ad esempio gli studenti della facoltà dei politecnici hanno una forte cultura studentesca, e durante la laurea o i festeggiamenti sono soliti indossare tute colorate che indicano la loro facoltà e partecipare a rituali.

    Durante la cerimonia, gli interventi sono brevi e concentrati sull’essenziale: si esprimono gratitudine per il percorso compiuto e incoraggiamento verso il futuro. Non mancano però elementi simbolici, come la consegna del diploma firmato e, in alcuni casi, piccoli doni floreali, solitamente delle rose, o distintivi offerti dai rappresentanti dell’università.

    Una tradizione peculiare della Finlandia è legata al titolo di “master” o “dottore”, per il quale esiste una cerimonia più antica e solenne chiamata “pubblica promozione” (julkinen promootio): i dottori ricevono un cappello cilindrico nero (il famoso tohtorinhattu) e, in certi casi, una spada accademica, simbolo del potere della conoscenza e della difesa della verità. Questa tradizione è unica nel suo genere e rappresenta uno dei momenti più cerimoniali dell’intero sistema accademico finlandese.

    Per quanto riguarda l’abbigliamento, gli studenti si vestono in modo elegante e formale, spesso con abiti scuri per gli uomini e vestiti sobri per le donne. Il cappello bianco da studente (ylioppilaslakki) è il simbolo principale della laurea. Gli studenti lo indossano anche durante i festeggiamenti del Primo Maggio (Vappu) che in Finlandia non è soltanto la festa dei lavoratori, ma soprattutto quella degli studenti. L’aspetto è comunque curato ma semplice, coerente con l’estetica minimalista e funzionale tipica della cultura finlandese.

    In definitiva, la laurea in Finlandia è vissuta come un momento di soddisfazione personale e familiare, celebrato con compostezza e rispetto. È l’occasione per riflettere sul valore dello studio, sull’impegno individuale e sull’importanza dell’istruzione pubblica accessibile a tutti. In un Paese che fa dell’equità, della qualità educativa e del benessere collettivo i suoi pilastri, la cerimonia di laurea diventa un riconoscimento silenzioso ma profondo del valore del sapere e della crescita personale.

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    Tradizioni italiane

    In Italia, la laurea non è solo un traguardo accademico, ma un vero e proprio rito di passaggio che unisce la solennità della proclamazione ufficiale con la goliardia delle tradizioni studentesche tramandate nei secoli. La cerimonia inizia con la proclamazione ufficiale, che si svolge in ambienti formali e intimi, solitamente le stesse aule delle facoltà. I candidati discutono la tesi di fronte a una commissione, e alla fine del colloquio viene pronunciata la formula solenne che proclama il candidato “dottore” o “dottoressa”, accompagnata dal voto finale. Appena usciti dall’aula, i neolaureati vengono accolti da amici e familiari con cori, applausi, coriandoli e bottiglie stappate. Ma il vero momento distintivo della laurea è il rito della “corona d’alloro”, spesso decorata con nastri colorati, piccoli oggetti e dediche ironiche, che lo studente indossa come simbolo classico del sapere e della vittoria.

    L’usanza dell’alloro come simbolo di gloria è molto antica: per i Romani la pianta d’alloro era sacra e consacrata ad Apollo, dio di tutte le arti, considerato un emblema di saggezza, intelligenza ed onore a cui dedicare anche ogni forma di vittoria. In latino la corona di alloro era detta laurus o laurĕa, che indicava anche la pianta di lauro e, per estensione, la vittoria. Proprio dal termine latino “laurĕa” deriva il significato moderno di laurea (titolo di studio), e il laureato (in latino “laurĕātus“) è appunto colui che porta la corona di alloro. Ornare il capo del neo dottore con la corona d’alloro simboleggia dunque l’incoronazione della saggezza acquista durante il suo percorso di studi.

    Padova

    Fondata nel 1222, l’Università di Padova ha alle spalle un patrimonio culturale ricchissimo, e le sue cerimonie di laurea riflettono questa fusione tra istituzionalità e spirito universitario. La cerimonia si svolge, infatti, in ambienti formali come le aule delle facoltà o le storiche sale del Palazzo del Bo, sede centrale dell’ateneo. A differenza di altre realtà, la proclamazione a Padova è spesso immediata e pubblica, ed è il momento in cui inizia la vera festa.

    È tradizione che il neolaureato debba bere, spesso da contenitori improvvisati come imbuti o stivali, mentre indossa costumi ridicoli o travestimenti creati dagli amici, il tutto sotto l’occhio divertito di passanti, turisti e altri studenti. Infatti, il giorno della laurea è spesso vissuto come una festa pubblica, che coinvolge non solo chi si laurea ma anche l’intera città, in particolare nelle giornate in cui si tengono molte proclamazioni. Una delle tradizioni di laurea tipiche di Padova è il “papiro”, un grande foglio illustrato a mano con testi in rima, disegni caricaturali e aneddoti spesso esilaranti o imbarazzanti sulla vita dello studente, che viene letto pubblicamente davanti agli invitati

    Nonostante il tono volutamente esagerato e irriverente di questa parte della giornata, la tradizione ha un valore affettivo e simbolico molto forte: è una forma di catarsi, una chiusura festosa di un capitolo impegnativo della vita, e un modo per essere celebrati dalla propria comunità più vicina.

    Napoli

    A Napoli, la laurea è molto più di una cerimonia accademica: è un evento carico di emozione, di simboli familiari e popolari, che fonde la solennità del mondo universitario con l’anima vibrante e festosa della città. Le università napoletane, come l’antichissima Università degli Studi di Napoli Federico II, la Parthenope, la L’Orientale e la Suor Orsola Benincasa, celebrano il conseguimento del titolo di studio con cerimonie formali, ma è subito dopo la proclamazione che si scatena la vera festa, vissuta come un rito collettivo.

    Il vero spettacolo comincia, infatti, nelle piazze e nei vicoli adiacenti alle sedi universitarie. A Napoli, il giorno della laurea è un’esplosione di gioia popolare, spesso rumorosa, esuberante, teatrale. È consuetudine che gli amici del laureato organizzino una festa improvvisata e goliardica, in cui non mancano travestimenti, scherzi, cori personalizzati e grandi manifesti satirici. Molti cori sono cantati in dialetto napoletano, con grande partecipazione collettiva: è comune vedere neolaureati vestiti in modo buffo, camminare per il centro storico tra brindisi, fotografie e battute dei passanti. In alcuni casi, la festa può trasformarsi in un vero corteo itinerante, che attraversa i luoghi simbolici della città: da Piazza del Gesù al Lungomare, da Spaccanapoli al Maschio Angioino.

    Un altro aspetto centrale è la presenza forte della famiglia. Il titolo accademico è vissuto come un successo collettivo, frutto del sacrificio e dell’impegno non solo dello studente, ma dell’intero nucleo familiare. È anche per questo che la laurea è un evento così sentito, specie in un contesto in cui il traguardo universitario rappresenta spesso un importante segno di riscatto sociale e culturale. In una città che fa della teatralità, dell’affetto e dell’umanità la sua cifra distintiva, la laurea diventa un palcoscenico unico per celebrare non solo un titolo, ma un’intera storia di vita.

    Bologna

    A Bologna, la laurea è un momento che intreccia l’autorevolezza di una tradizione millenaria con la vitalità del mondo studentesco che anima la città. Fondata nel 1088, l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna è considerata la madre di tutte le università moderne, e proprio per questo la cerimonia di laurea assume un significato speciale, fatto di storia, simboli antichi e rituali contemporanei, in un equilibrio tra solennità e spontaneità.

    Una tradizione distintiva è la creazione del “cruciverba”, un grande cartellone disegnato a mano da amici, compagni di corso e parenti del laureando, in cui le definizioni e le soluzioni riguardano la sua vita personale, universitaria o aneddoti divertenti che coinvolgono i presenti. Molto comune è anche il collage imbarazzante: dove le foto più compromettenti del laureato vengono stampate e affisse nei dintorni del luogo della discussione o lungo le vie principali della città.

    Non è raro vedere neolaureati camminare sotto i portici del centro vestiti con costumi assurdi, tra coriandoli, bottiglie di spumante, farina e altri “ingredienti” da scherzo, accompagnati da cori goliardici, il più famoso dei quali è ormai celebre in tutta Italia: “Dottore, dottore, dottore del buco del cul… vaffan*lo!”

    A Bologna, città colta, ironica e accogliente, questo contrasto tra l’eleganza storica della città e il caos festoso della goliardia crea un’atmosfera unica, in cui il patrimonio culturale si mescola con l’ironia e la libertà espressiva tipica degli studenti.

    Conclusione

    Ogni laurea ha una storia a sé: fatta di notti insonni, sfide personali, scoperte inattese, ma anche di amicizie, risate e momenti che rimarranno impressi per sempre. Che si tratti di una cerimonia solenne o di una festa improvvisata in piazza, ogni laureato porta con sé un bagaglio unico di emozioni e significati. Le tradizioni cambiano da città a città, da Paese a Paese, ma ovunque il giorno della laurea rappresenta un traguardo che merita di essere celebrato.

    Se ti sei già laureatə congratulazioni! Se invece ti devi ancora laureare ti auguriamo di celebrare questo giorno affiancato dalle persone che ami di più e se hai bisogno di una consulenza non esitare a contattarci (senza impegno), potrai fare affidamento su un Coach personalizzato sulle tue esigenze che ti seguirà passo dopo passo!

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