I Compagni di corso : le 10 tipologie classiche.


  • 25-10-2017
  • Sottotesi.it

L’università è una meravigliosa avventura da vivere con il cuore colmo di gioia e di speranze per il futuro. Anche perché una volta laureati il destino è pronto ad accogliervi con una bella secchiata di disoccupazione da gettarvi in faccia.

 

#1. Il megafuoricorso

 

A 34 anni sta cercando a fatica di finire la triennale al DAMS. La sua vita si compone di sensi di colpa e alibi per non studiare. Di solito non è un completo idiota, ma di certo  non si può dire sia intelligente. E’ semplicemente colpito da una forma acuta di quel morbo chiamato “voglia di fare un cazzo”. Passa così le sue giornate in aula studio: alle nove appoggia lo zaino su una sedia, poi caffè, poi sigaretta, poi cagata, poi chiacchierata di 2 ore con amici, poi sigaretta, poi brioche, poi caffè, poi 5 minuti di pausa studio, poi candy crush, poi pisciata, poi sigaretta, poi pranzo, poi caffè, poi sigaretta, doppietta di sigaretta, tripletta di sigaretta, poi telefonata, poi pisciata, poi svuota lo zaino, poi sigaretta, poi gazzetta della sport, poi Kit Kat ai distributori, chiacchierata, poi sigaretta, poi 3 minuti sui libri, poi l’aula studio chiude. Una volta tornato a casa si lamenta con la mamma per la potente emicrania che gli è venuta a causa dello studio matto e disperato.

 

 

#2. La fotocopiatrice

 

La fotocopiatrice è il miglior compagno di università che si possa desiderare. Meglio farsela come amica, perché ciò significa sostanzialmente passare gli esami facendo un decimo della fatica necessaria. E’ infatti la classica studentessa che siede nelle prime file durante la lezione e che  è in grado di scrivere fedelmente tutto ciò che esce dalla bocca dei professori senza la minima esitazione. Pur avendo a disposizione pochissimo tempo, riesce nell’immediato a schematizzare complicati appunti che diventano più preziosi delle intercettazioni distrutte tra Mancino e Napolitano. Di solito è anche un po’ bruttarella, ma sarà sufficiente sbattersela ogni tanto per farsi dare le sue preziosissime trascrizioni, grazie alle quali potrete laurearvi con il minimo sforzo e sopratutto senza dover presenziare alle lezioni.

 

#3. Il Ballista

 

Il ballista è un altro comunissimo esemplare di compagno di università. E’ quello che mente spudoratamente sugli esami superati. All’inizio lo fa perché si vergogna, e perché non vuol sentirsi la ramanzina dai genitori, ma nel giro di poco tempo si ritrova a vivere un vero e proprio incubo. Convinto di poter recuperare gli esami che non ha passato continua a mentire fino a inscenare una finta laurea per ingannare i parenti ingaggiando attori e comparse. Prima o poi i nodi verranno al pettine e il ballista si ritroverà spedito dal padre a cercare oro setacciando la melma delle fogne di Mumbai. Però si è goduto cinque anni di alcol e toga party.

 

 

#4. Il Gastone

 

Nessuno studio ben programmato potrà mai superare una botta di culo. E infatti il Gastone riesce a laurearsi con il minimo sforzo. E’ costantemente baciato dalla fortuna: se ha letto dieci pagine di un libro da settecento, il professore gli chiederà sicuramente solo l’argomento di quelle pagine, tra la rabbia e l’ira di tutti gli altri studenti. Altre volte si ritroverà ad azzeccare una data sparata completamente a caso. In alcuni casi il professore stronzo viene colto da ictus durante la sua interrogazione e sostituito da una specie di assistente docile come Bondi. Insomma, nulla può disturbare la serenità della sua vita in discesa. Tranne un infarto.

 

 

#5. Il paraculato

 

Il paraculato è il corrispettivo del Trota in ambito universitario. Cioè, senza l’ambito universitario. Ovvero è il Trota ma non in Albania. Dall’albero genealogico sempre oscuro – si vocifera tra i corridoi che sia il figlio segreto di papa Francesco – non sostiene mai gli esami durante la sessione ordinaria ma sempre nell’ufficio del professore, in privato e senza testimoni. Nessuno sa cosa accada durante quegli esami a porte chiuse. La versione più accreditata è sempre il pompino. Sta di fatto che il paraculato si ritrova una media da trenta e lode ed un sicuro posto in Banca d’Italia una volta laureato. O forse allo IOR. Si, allo IOR è più credibile.

 

#6. Il procrastinatore

 

Il procrastinatore ha ovviamente il difetto di trovarsi a studiare settantamila pagine di diritto dei trasporti a due ore dall’esame. Dopo aver fatto la cicala per mesi, tra aperitivi, bevute e maratone alla playstation, passa la vigilia dell’esame nel tentativo di immagazzinare nozioni che neanche Umberto Eco in tre anni. Ci prova fino all’ultimo, sia nell’aula aspettando di essere chiamato, sia nel percorso che compie a piedi dal suo banco alla cattedra del professore, durante il quale cerca tra la disperazione di imparare la filosofia di sette diversi economisti dell’ottocento. Verrà tacconato clamorosamente e sottoposto al pubblico ludibrio. Dopo l’esperienza prometterà a se stesso di studiare in maniera regolare la prossima volta. Promessa che non manterrà mai.

 

#7. L’isterica

 

Di solito è donna, e di solito è completamente senza senno. Il suo libretto è una collezione di trenta e lode, tutti ottenuti studiando meticolosamente pagina per pagina fino a logorarsi definitivamente il sistema nervoso. Un trenta senza lode però rappresenta per l’isterica un’onta insopportabile, inaccettabile, insuperabile, incommensurabile. Per questo quando capita lo rifiuta con sdegno prima di cadere preda di un attacco epilettico davanti al professore. D’altronde bisogna fare questo e altro per avere una media perfetta. Dopo la laurea, nonostante gli ottimi voti, si sarà bruciata il cervello a tal punto da dimenticarsi come si parla, e quindi non riuscirà a trovare lavoro (esattamente come chi parla). Vivrà il resto dei suoi giorni con un sussidio dell’INPS. Anzi, visto che l’INPS fallirà a breve, vivrà sotto un ponte. Come tutti.

 

#8. Il copiatore

 

Il copiatore non è esattamente un campione di etica, ma bisogna ammettere che di solito è il soggetto intellettualmente più dotato. È infatti in grado di ideare tecniche per copiare sempre nuove. Se si tratta di un esame scritto il tutto si rivela una passeggiata: ha così tanta esperienza in materia che può tranquillamente svolgere l’esame con il libro aperto accanto al foglio senza che il professore possa accorgersene. Ma è all’esame orale che il genio del copiatore si manifesta, a volte installandosi microchip nel cervello, altre volte drogando il professore con del Roipnol per poi svegliarlo e convincerlo di aver appena svolto un brillantissimo esame.

 

#9 L’Ansioso

 

L’ansioso vive la vigilia dell’esame come se dovesse partire per la guerra del Vietnam. Numerose sono le paranoie che lo assalgono: mi sono iscritto? mi sono iscritto agli esami giusti? ho studiato sul libro giusto? l’esame era ieri? ecc.. ecc… La mattina prima dell’orale si sveglia alle quattro e trascorre due beate ore a lottare contro il cagotto da stress. Arrivato in facoltà cominciano i bruciori allo stomaco e i conati di vomito. Arrivato davanti al prof arriva anche il vomito vero e proprio. Di solito l’ansioso l’esame lo supera, ma gli ci vogliono circa sei mesi per riprendersi dallo shock emotivo.

 

#10. Il sessantenne

 

È lì davanti a te, alla sua veneranda età, il vecchio iscritto all’università. Una volta andato in pensione ha deciso di togliersi lo sfizio di laurearsi e frequenta assiduamente tutti i corsi. Fa un po’ tenerezza, non ci arriva, non riesce a iscriversi agli esami via web, viene compatito. Poi alla fine, un po’ perché fa pena ai professori, un po’ perché appartiene ad una generazione che sa concentrarsi più di cinque minuti su un libro, si laureerà prima di voi. “Vabè tanto la sua vita ormai l’ha fatta”. Col cazzo! Vi inculerà anche quel posto in Banca a cui ambivate. Mai fidarsi dei vecchi.