Il paleotti ed altri luoghi sacri - etnografia delle aule studio di bologna


  • 23-02-2016
  • Sottotesi.it

  

Per molti studenti bolognesi l'aula studio – o biblioteca che sia – non è solo un luogo di silenzio e concentrazione dove preparare con profitto i propri esami, ma un'istituzione, un luogo di pellegrinaggio, un santuario dove depositare i loro simulacri (libri) e adorarli con evidenziatori, post-it e riproduzioni da amanuense su quaderno.

La sessione d'esami è il periodo in cui i pellegrini si dimostrano più ispiratamente devoti, affollando i sacri luoghi fino al limite della capienza e della sopportazione dell'olfatto umano in materia di odore ascellare.

Ecco dunque che, senza alcuna pretesta di esaustività, presentiamo una rassegna di vecchie e nuove La Mecca dello studio outdoor.

 

#1 Palazzo Paleotti

Credo di aver più o meno capito il funzionamento delle onde gravitazionali, ma non ho assolutamente afferrato le motivazioni per cui file di studenti scalpitano in Piazza Verdi con le cartelle gonfie e la borsa del computer, attendendo il loro turno per accaparrarsi una postazione al Paleotti con la stessa tenacia con cui le teenager aspettano l'apertura dei cancelli al concerto dei One Direction.

Specialmente la domenica.

 

#2 Il Sant'Orsola

Con la sua sala studio aperta 24h, è il luogo di ritrovo dei veri disperati, non solo dei poveri studenti di medicina con i loro giganteschi tomi di anatomia e fisiopatologia, ma anche dei desperados dell'ultimo minuto, quegli studenti di [inserite facoltà a piacimento, questo articolo è politically correct e non vuole urtare i sentimenti di nessuno] che preparano un esame in una notte con quelle ridicole dispense e i bigini acquistati alla Petroniana. Vantaggiosissima la vicinanza con l'obitorio, specie per quegli incauti che hanno abusato del caffè dello studente nella loro disperata corsa alla preparazione dell'esame in un giorno.

  

#3 Gli Orefici

Con un tocco di nostalgia bisogna ricordarla la Bottega degli Orefici, con i suoi separé, le lampade mezze andate, l'assenza di wifi, le sue riviste. Aperta fino alle 23 e in posizione perfetta per l'aperitivo da Maurizio, al Lestofante o – nei bei tempi andati – da Bartleby.

Rest in peace.

 

#4 Palazzo Poggi

E va bene che contiene dei preziosissimi tomi tipo i primi libri di ricette degli Etruschi del 3000 avanti Masterchef. E va bene che è arredato come la Camera dei Segreti di Harry Potter.

E va bene che ci fate i controlli antiterrorismo ad ogni ingresso, pausa pipì, pausa sigaretta e pausa caffé.

E va bene pure la cassaforte a combinazione per riporre i nostri preziosissimi zaini Fjallraven anche se poi fisso ce la scordiamo.

Ma la bottiglietta d'acqua sul tavolo fatecela tenè!

 

#5 La Bigiavi

Ahimè chiusa da oltre un anno per “ingenti lavori di ristrutturazione”, ci piace ricordarla con affetto con il suo prestito dei portatili Toshiba che ci aveva reso tutti sedicenti studenti di economia e come ultimo baluardo di aula studio dove vanno di moda le Hogan.

 

#6 il 36

La Biblioteca di Discipline Umanistiche, meglio nota come 36, annovera una lista infinita di pregi. Non a caso i più illustri esponenti del fancazzismo bolognese hanno ivi spostato la propria residenza. Nel suo cortile interno si consumano lunghe fumate, infiniti caffè, infervorate discussioni politiche, ammiccanti amori e talora sostanze illegali.

I suoi bagni sono ben frequentati anche dai bevitori di birra della piazza antistante, e non manca mai un rotolo di stagnola nell'ultimo cesso in fondo se a uno, tutto a un tratto, venisse voglia di cucinare un polpettone.

 

#7 Petroni 17

La vicinanza con il Sert ha creato non poca confusione nei suoi avventori, che spesso si recano alle macchinette del caffè in cerca di aghi puliti. Se tutto va bene escono con una Kinder Delice.

Ottima postazione di studi antropologici sul degrado bolognese, è possibile osservarvi Tiziana la Controlla nel suo habitat naturale, anche se perlopiù assopita con la faccia sul tavolo.

 

#8 Palazzo Bentivoglio

Nuova frontiera della clausura, vi si accede solo facendosi aprire direttamente dal portinaio. Non è consentito parlare, fumare o fornicare nell'atrio: bisognerà di volta in volta oltrepassare l'austero portone a andare a farlo sul marciapiede con vista sportelli delle Poste Italiane (da cui: “Vado a studiare alle Poste”, frase che farebbe accapponare la pelle all'impiegato postale medio).

Molto amata dagli studenti di Giurisprudenza, che possono trascorrere ore di serenità a chiosare i loro codici.

 

#9 Santa Cristina

La Biblioteca di Arti Visive, con la sua sede in un ex convento e straripante di testi sull'Arte antica e moderna, è un luogo paradisiaco per studiare. Non guardate però solo le figure, specialmente se studiate Scienze Politiche.

 

#10 Sala Borsa

Meraviglioso luogo d'ispirazione, situato nel cuore della città, con orari di apertura comodi, anche nel weekend. Ma il problema è la competizione.

Le sue sedie, poltrone, poltroncine, sgabelli, divanetti sono ambitissimi. Ma non solo da voi. Purtroppo piacciono molto anche agli anziani, ai senzatetto, agli ubriaconi, ai regaz che hanno fatto sega a scuola. Per questo tirate fuori le unghie e iniziate a lottare.

Il fatto che sia chiusa di lunedì è un dettaglio che tutti tendono a rimuovere, e l'improvviso ricordo della cosa ha costituito per innumerevoli studenti una scusa per rigirarsi nel letto e tornare a dormire, ammazzando tutti i buoni propositi della settimana.

 

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Sottotesi.it.

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