Le più famose superstizioni studentesche in Italia


  • 23-02-2023
  • Sottotesi.it

Buon Venerdì 17 pubblico di Sottotesi.

In occasione dell'infausta giornata abbiamo deciso di dedicarvi un articolo zeppo di curiosità su sfortune e malocchi vari. Le superstizioni non saranno più prese sul serio quanto in passato, ma vi assicuriamo, sono più vive che mai, e soprattutto in continua trasformazione. Le nuove generazioni ne hanno un po' aggiornato il vocabolario, coniugandolo con quello ben più recente di Internet, raggiungendo risultati che sui social fanno numeri da record. Volete un esempio, magari a tema studenti? Usa questo suono per passare l’esame. Sono mesi che i frequentatori universitari assidui di Tik Tok leggono questa frase almeno otto volte al giorno scrollando nei Per te, e che magari interagiscono con il video stesso o ne creano uno a propria volta adottando simili call-to-action. L'effetto globalizzante di questi trend, che annullano di fatto le differenze geografiche, è un notevole punto di rottura con il passato. In passato infatti, quando non c’erano i social, riti e superstizioni erano strettamente legate a monumenti della città universitaria di riferimento. Vediamone alcune.

 

A Pisa è categoricamente vietato salire sulla Torre Pendente, se ci si vuole laureare in tempo. Stesso discorso vale per la Torre degli Asinelli a Bologna, dove è inoltre vietato percorrere il lastricato di Piazza Maggiore in diagonale.

 

A Padova non dovete visitare la Cappella degli Scrovegni, pena l’infinito fuoricorso. La redazione di Sottotesi consiglia di non ascoltare questa superstizione perché vi perdereste alcuni tra gli affreschi migliori di Giotto. Sempre il povero Giotto porta sfiga a Firenze, dove torreggia il campanile che da lui prende il nome e da cui bisognerebbe stare alla larga. Anche in questo caso, vi consigliamo caldamente di andare e vi assicuriamo che se non vi laureate la colpa non sarà di un pittore del Trecento.

 

Lo sguardo della statua di Minerva è invece la bestia nera degli studenti della Sapienza di Roma (sede centrale) e della Statale di Bari (Dipartimento di Giurisprudenza). Si dice che la Dea in questione facesse in tempi antichi vere e proprie stragi di studenti speranzosi pure a Catania, nello specifico quella statua presente nel Dipartimento di Economia. E anche di laureandi residenti in provincia di Pavia che dalla Stazione ferroviaria si dirigevano verso il centro città sotto il suo occhio.

 

Gli studenti dell’Università di Perugia hanno invece l’obbligo di star lontani da Sandri, la più antica pasticceria della città, inaugurata nel 1860. Il proprietario non sembra essere turbato da questa diceria, vista anche la longevità dell’attività.

 

A Torino, infine, salire sulla Mole Antonelliana significherebbe salire più in alto della sede di Studi Umanistici, ossia Palazzo Nuovo. L’ira del rispettabile edificio contro la vostra tracotanza avrebbe la inevitabile conseguenza di farvi accumulare un gran ritardo.

 

Abbiamo lasciato per strada qualche città meritevole? Scrivetecelo nei commenti, e suggeriteci metodi per scacciare via il malocchio, se ne conoscete.