Laurearsi in tempo o prendere il massimo dei voti?


  • 12-04-2022
  • Sottotesi.it

Di Valerio Indiveri

 

Quante volte ti sarai trovato davanti a questo bivio?

Per rispondere alla domanda partiamo da una constatazione oggettiva: la nostra preparazione rispetto al futuro non dipende dal voto di un esame!

Spesso durante il percorso universitario ci sarà capitato di avere l’ossessione per un voto in una determinata materia, o di conoscere qualcuno che lo rifiuta continuamente fino a raggiungere il “fatidico” 30/30 e lode.

Ma perché ne siamo così tanto tormentati? Forse perché pensiamo che un voto alto sia in qualche modo garanzia di prosperità economica e stabilità lavorativa futura. Questa tendenza di pensiero è molto diffusa ma non per questo veritiera! Si tratta di una semplice credenza limitante.

Un altro motivo riscontrabile tra gli studenti è la “vergogna” di raccontare di un brutto voto, come se quella valutazione fosse attribuita direttamente alla nostra persona, come se fossimo “sotto giudizio”. Tutto ciò non fa altro che abbassare la nostra autostima rendendo sempre più lungo e difficoltoso il nostro percorso.

La risposta al dilemma non esiste, o meglio, non è uguale per tutti: i voti degli esami dipendono da troppi fattori variabili e inaspettati, non di certo esclusivamente dalla preparazione dello studente (ad esempio, in molti casi, l’emozione può compromettere il risultato finale; anche l’umore del professore può incidere, o potrebbe chiedere ad uno studente le note del libro che in pochissimi leggono, e così via…). Ma attenzione a non finire dal lato opposto: laurearsi in tempo è importante ma non fondamentale. Come evidenziato da Almalaurea nel report 2021, infatti, in Italia vi è una media di 4,2 anni per il conseguimento del titolo di studio di primo livello (triennale) e di quasi 3 anni per il secondo livello (magistrale). Ogni studente affronta a proprio modo e con i propri tempi le possibili insidie lungo il cammino, perciò siate sereni e cercate di vivere gli esami con calma e ottimismo.

Ovviamente, avere una buona media voti, può essere molto utile oltre che gratificante. Questa, infatti, ci servirà se si deve mantenere una borsa di studio universitaria, se si ha l’obiettivo di partecipare a concorsi pubblici che prevedono un voto di laurea minimo o se si vuole fare domanda per alcuni periodi di formazione specifici, come ad esempio il tirocinio negli uffici giudiziari dopo la laurea di giurisprudenza.

In conclusione, quello che alla fine importa, sono le nostre capacità e le nostre competenze; ricordiamo che l’aspetto fondamentale di un percorso universitario è quello di apprendere quanto più possibile in funzione del nostro obiettivo, è importante studiare per sé stessi e non per un “numero”. E se non riuscite a “sconfiggere” quella maledetta ansia che si presenta ogni volta che affrontiamo un esame “difficile” o se non ricevete il giusto supporto da parte dei prof / tutor, non arrendetevi! Cercate qualcuno disposto ad aiutarvi, chiedete aiuto a professionisti del settore che abbiano già esperienza alle spalle, che siano competenti e affidabili.