VOTARE DA STUDENTE FUORI SEDE


  • 23-01-2020
  • Sottotesi.it

Essere uno studente fuori sede significa tante cose; tra le più importanti, l’indipendenza e la responsabilità comportano inevitabilmente delle scelte che si riflettono su noi stessi ma anche su ciò che ci circonda. Crescere significa anche imparare ad interessarsi di questioni, che pur se lontane in apparenza, ci riguardano in prima persona. Uno degli argomenti che più anima gli studenti universitari dell’Italia intera, anzi di tutto il mondo, è proprio la politica. Interessarsi ad essa è una decisione intelligente; scegliere con criterio i volti e le menti che devono rappresentarci significa preoccuparsi per il proprio futuro. Fare ciò è possibile grazie al voto.

Questo 2020 italiano, per quanto riguarda le elezioni politiche, si aprirà nella seconda metà di gennaio con le elezioni regionali di Emilia-Romagna e Calabria che interesseranno poi in primavera Liguria, Toscana, Marche e Veneto. Molti saranno quindi i giovani fuori sede, studenti e lavoratori, che vorranno tornare a casa per votare. Purtroppo, non è mai così semplice; tornare a casa è una scelta che richiede sempre molto tempo e c’è sempre chi ha un esame da preparare o giorni di lavoro nei quali non può assentarsi. Altre volte invece, il problema è di natura economica: molto spesso le compagnie aeree aumentano i prezzi dei voli nei giorni vicini alle votazioni; Trenitalia invece offre sconti per i propri viaggi durante queste giornate (nel 2018, il 70% sui treni Freccia e Intercity e il 60% sui regionali), ma per uno studente siciliano, calabrese pugliese diventa allora un viaggio della speranza e per un ragazzo sardo un viaggio impossibile.

Ogni volta che c’è un’elezione in ballo, politica o regionale, si pone lo stesso problema: quello del diritto di voto dei cittadini in mobilità. Le associazioni studentesche da anni si battono affinché sia reso più facile votare fuori sede, ma la situazione non è mai definita, quindi a ogni turno elettorale la questione si ripropone. Nel 2018, il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, Andrea Mazziotti, aveva proposto un emendamento alla legge elettorale per introdurre il voto anticipato, “early vote”, nella prefettura della città in cui il cittadino vive per motivi di studio, lavoro o salute. Le associazioni studentesche hanno sostenuto con forza l’emendamento che avrebbe dato l’opportunità a oltre un milione di studenti e lavoratori fuori sede di votare fuori dal comune di residenza. L’emendamento, però, non è stato accolto e purtroppo, ancora oggi, non è possibile votare fuori dal proprio comune di residenza. Ovviamente ogni tipo di elezione è diversa e per alcune vi è la possibilità di votare in un luogo diverso dal proprio seggio di appartenenza, ma escludendo i casi di carceri e di ricoveri ospedalieri l’unica opzione rimane quella di iscriversi come rappresentanti di lista di un partito della città nella quale vorreste votare. La scelta, cari ragazzi, rimane a voi. Bisogna decidere quanto questa cosa sia importante per voi e quanto siete disposti a sacrificare perché purtroppo al sorgere del 2020 non esiste alcun diritto per i fuorisede. Noi abbiamo già prenotato i biglietti, e voi? Scriveteci cosa farete per le elezioni regionali e ricordate che votare, alla fine, è un gesto molto semplice ma allo stesso modo molto importante; è un diritto e un dovere!