La storia di M3 per "Le tue sfighe sottotesi - Il Contest 2.0"


  • 15-04-2019
  • Sottotesi.it

Dopo almeno un anno di mail a tutti i Prof che ho avuto, mail a cui la risposta media era ‘Ma come le viene in mente di chiederla adesso, è fin troppo tardi’ (mancavano due anni alla laurea) oppure ‘Non ci conviene farla laureare da noi, sa siamo un Centro d’elite’, arrivata all’ultimo professore in elenco, giuro l'ultimo, mi dice di sì.

Mi abbindola con la frasetta ‘Signorina, se a gennaio le mancheranno solo quattro esami non vedo perché non laurearsi a luglio-settembre’. Era ottobre. Io mi metto sotto più che mai, felicissima di vedere la fine. Purtroppo, viene a mancare in famiglia una persona importante e il colpo mi toglie per forza di cose tempo ed energie. Ma ci riesco lo stesso, a fine dicembre, dopo aver accettato la qualunque compresi calci nel deretano, mi avanzano solo quegli esami. Ai primi di gennaio mi faccio sentire: ‘Professore, come da accordi…’ Lapidaria la risposta: ‘Mi mandi il suo curriculum, il prossimo luglio in commissione tesi (!?!) faremo le nuove assegnazioni, se sarà idonea avrà mie notizie’. Noaspettache?!? Dopo sei infarti e un ictus mi rimetto in caccia.

Trovo, per congiunzioni astrali favorevoli, un nuovo relatore. Mi dice ‘Va beh, dai, non è la prima volta che faccio laureare casi come il suo, in effetti le mancano solo due esami’. Il “caso come il mio” è il caso di una persona che studia e lavora per pagarsi gli studi e, va da sé, la media dei voti non poteva essere stellare, ma al Prof non importa molto. Mi assegna una correlatrice. Questa vuole che attivi tramite la segreteria il tirocinio per la tesi, peccato che per la mia facoltà non esista questa procedura; ma lei è di un altro ambito con altri regolamenti, e non ascolta spiegazioni. Vuole questo foglio.

Dopo quattro incontri con tre segretarie diverse, riesco in qualche modo a farmi attivare il tirocinio fantasma su un modulo generalista che incontra l'approvazione della correlatrice; inizio a cercare qualche articolo sul mio argomento: ci è voluto quasi un mese per partire. Al primo contatto, il relatore mi dice che lei non può più farmi da correlatrice. Mi assegna ad un altro. Questo mi dà un nuovo argomento e io inizio a dare un’occhiata in rete. Poi optiamo per un altro topic più interessante e finalmente inizio a scrivere.

Una prima parte è subito fatta, ok, sono tranquilla. Il correlatore vuole avere aggiornamenti ed email settimanali sul lavoro svolto, che invio con regolarità. Di fatto, riceverò tutte le correzioni a ridosso della consegna online della tesi. La sera prima della scadenza, ricevo inserti da aggiungere che mi modificheranno l’impaginazione. Il relatore non so se a questo punto troverà mai il tempo di leggere la mia tesi. Alle prove del discorso, quando mi presento appena mi vede sbuffa perché dovrà fermarsi altri 7 minuti (durata richiesta per la dissertazione). L’ultima settimana, attraverso triangolazioni mail relatore-correlatore, mi fanno cambiare slide e discorso nove volte, l'ultima la sera prima. Ogni volta mi fanno togliere parole dalle didascalie delle slide. Alla fine, in pratica dovrò fare il discorso a braccio con solo una riga per ogni diapositiva che tra l’altro non riporta quello che devo dire io. Sono stata l’unica che alla discussione si è dovuta presentare da sola. Lui era il relatore di tutti i laureandi della sessione e ha avuto qualche parola di presentazione per tutti gli altri. Alcuni leggono per intero righe e righe di testo da ogni slide e tutti sforano il tempo massimo, ma la schiappa ero io che studiavo e lavoravo con la media bassa.

Dopo anni, un numero di NO molto oltre la doppia cifra, due relatori, due correlatori, tre o quattro argomenti, impaginazioni notturne, 9 diverse prove di discorso e una discussione ce l’ho fatta a “dare la tesi”: le famiglie e gli amici applaudono, si sboccia sotto i portici e si fa il tradizionale salto della siepe. Infine, pesto una cicca un attimo prima di rinfilare le scarpe col tacco tolte per saltare.

È finita: adesso posso cominciare a fare senza disfare. Forse.