La mia esperienza per aiutare la vostra...


  • 03-10-2018
  • Sottotesi.it

Giada, 24 anni, studentessa universitaria e lavoratrice rigorosamente fuoricorso.

Oggi volevo raccontarvi la mia storia, sperando che possiate apprezzarla e trovare anche un po’ di conforto in essa, perché si sa, tra gli studenti quello che ci serve spesso è sapere di non essere soli, di poter contare su una sorta di “empatia a distanza”.

Mi sono iscritta con poca convinzione e con altrettanta ho continuato il mio corso di studi, mai troppo convinta, mai tranquilla, mai sicura.

Mi sono sentita dire le cose più disparate: i fuoricorso sono dei falliti che si fanno mantenere dai genitori, che pensano solo ad andare alle feste, non hanno voglia di fare niente e non riescono nemmeno a passare un esame.

Le persone che si riempiono la bocca di queste frasi spesso sono adulti che non hanno nemmeno la quinta superiore (nulla contro tale categoria, ma davvero non possono comprendere cosa si prova a fare l’università); ho avuto molti momenti di sconforto e ho pensato di mollare molte, moltissime volte.

Spesso pensavo di star facendo le cose nel modo più corretto salvo poi accorgermi successivamente che sbagliavo, che non sarei riuscita nemmeno questa volta a passare quell’esame “maledetto”. Il nervoso mi attanagliava e la rabbia non mi permetteva in tante occasioni di essere perfettamente lucida.

Ebbene se qualcuno se lo stesse chiedendo non ho ancora mollato, ma colpo di scena: ancora non mi sono laureata.

Lecito quindi chiedersi come mai io scriva queste parole, lecito pensare che sia un fallimento il mio e che quindi non dovrei condividere quest’esperienza.

Per me non è così e mi auguro di farmi capire anche da voi…

Scrivo per dirvi di non mollare, di trovare sempre nuovi stimoli, di non permettere a nessuno di dirvi che non potete riuscirci, di non mettervi in competizione tra voi perché ognuno di noi vive NEL SUO TEMPO.

Cercate la vostra strada e la vostra soddisfazione personale, non vergognatevi a fermarvi un attimo per capire, per prendere un respiro e mettere insieme i pezzi, fatevi aiutare da chi conosce qualcosa in più.

Prendete l’università come un’esperienza di vita che può arricchirvi e sorprendervi e non appena sarete diventati “dottori” affrettatevi a diventare “allievi” in qualcos’altro.

In bocca al lupo a tutti.