I 6 tipi di esami in cui ti imbatterai una volta nella vita!


  • 14-03-2018
  • Sottotesi.it

1) FORTUNA o comunemente chiamata “BOTTA DI CULO”

E’ il tipo di esame più ambito tra gli studenti universitari, quello che ti capita una volta nella vita, o anche meno. La Botta di culo si distingue per la totale impreparazione in cui versa il candidato: la notte prima degli esami la si passa a cercare di ripetere il nulla, visto che il nulla si è studiato fino a quel giorno. Al momento della verità, però, il professore ti chiede le uniche due cose che hai letto di sfuggita proprio quella mattina: il sogno si è avverato. 27 e tutti a casa.

2) LA FREGATURA

Studi tutto, ma proprio tutto. Slide, libro, libro supplementare, libro integrativo, wikipedia, post it, etimologia di ogni termine difficile presente nel testo: eppure, quando è il tuo turno il professore ti guarda e parla “Allora, mi parli del “kahdSAKLFHLAB”?

3) IL RAPIDO

L’ora di pranzo si avvicina, ci sono tantissimi studenti che aspettano di fare l’esame. Il professore verso le due esce dall’aula, chiede quanti ne mancano. Ce ne sono ancora 300, neanche fossero le Termopili. E il prossimo sei tu. Il professore si guarda intorno e ti dice: vieni. Vedi che negli occhi ha il cibo: hamburger al posto delle pupille e bava alla bocca. Entri ed esci dall’aula con la velocità di Beep Beep inseguito da Willy il Coyote. Non te l’aspettavi neanche tu, rimani a bocca aperta. E va pure bene.

4) LA PASSEGGIATA

Per te fare un esame è come andare a comprare un giornale, scendere dal letto, bere un bicchier d’acqua (senza perdersi). Studi con calma, hai il tempo di ripassare, sei tranquillo e sicuro. Vai all’esame senza neanche pensarci, nessuna ansia, sai di aver studiato. Entri, dici tutto quello che chiede, prendi 30 ed esci. Fischiettando e con le mani in tasca.

5) IL MONOLOGO

Entri nell’aula convinto che sia il tuo esame, di dover parlare a lungo e spiegare quello che hai studiato. Ti sbagliavi. Ti siedi e il professore inizia a parlare, poi ti fa una domanda e praticamente risponde lui, continuando a parlare. Ti basta annuire e dire “Sì, sì”, poi ci aggiungi qualche “giusto” e “esattamente” e il gioco è fatto. Esame passato senza neanche sapere come.

6) L’INTERROGATORIO

L’esame inizia più o meno così. Stanza buia con una luce piantata in faccia. E raffica di domande: chi l’ha fatto? Quando è nato? Dove? Perché? Che tempo c’era quel giorno? Come si chiamava il nonno paterno? Non fai neanche tempo a rispondere che già te ne fa un’altra. E in tutto ciò l’unica domanda che ti fai è: che ci faccio qui?