La storia di Enrico per "La tua sfida Sottotesi - Il Contest"


  • 20-02-2018
  • Sottotesi.it

 

La mia storia da tesista (corso di laurea magistrale in fisica teorica) ha un inizio abbastanza lontano nel tempo, esattamente nel mese di Agosto 2016. 

Chiesi la tesi ad un professore (ometterò ovviamente i nomi e cognomi per questioni di privacy) che chiamerò professor A. (prima lettera dell’alfabeto, non fa riferimento a nome o cognome).

Questo professore era, ed è tutt’ora, molto ben visto in ambito accademico, nonostante non sia in realtà professore ma solo dipendente INFN. È persona colta e veramente folle (per dire: a volte manda messaggi o chiama i suoi dottorandi alle 3 di notte perché ha bisogno). Non so perché non abbia la didattica, ma lo capisco: uno così bravo nella ricerca è “sprecato” ad insegnare.

Mi presenta alcune idee su cui sta lavorando o su cui vorrebbe lavorare, in ambito cosmologico. Inflazione, campi magnetici primordiali, teorie di campo negli istanti successivi al Big Bang, le idee sono molte e tutte molto interessanti e promettenti. Ci accordiamo in seguito per un argomento (anche se dire “uno” è sbagliato, diciamo che si parte da un punto iniziale e poi si ragiona nell’intorno, ed a volte si divaga anche oltre) che ha anche a che fare con l’inflazione e modelli teorici negli istanti post Big Bang con relativa trattazione della “dimensione delle dimensioni” spaziali extra necessarie per “fittare” i modelli ai risultati osservativi. 

Il lavoro allora inizia mediante lettura di alcuni articoli, ripresa della matematica necessaria e qualche calcolo iniziale di prova, per prenderci un po’ la mano.  La cosa va avanti, ed aldilà di Agosto, i mesi si susseguono mediante lavoro teorico, giorni di stallo, giorni di pura simulazione numerica, insomma la tipica routine. 

Arriva Gennaio  2017, quando all’improvviso, e dico proprio davvero, il prof A mi chiede di vederci.

Siccome non avevamo appuntamento, mi era sembrava una cosa particolare, quindi o aveva grandi notizie o voleva.. boh! Non avevo assolutamente idea di cosa potesse volere in realtà, perché tecnicamente le cose stavano procedendo bene. Lui mi seguiva sulla stesura della tesi, era un perfetto rapporto.

Arrivato all’appuntamento iniziamo a discutere e  il professore inizia a dirmi che quello che stavamo facendo ha una elevata probabilità di non portare a niente, in termini di fisica. 

Insomma, dopo 4 mesi di lavoro non del tutto superfluo mi dice che quello che abbiamo visto fino ad ora non ha buone implicazioni, non ha promettenti seguiti e potrebbe solamente, al più, essere solo un “banale modello teorico senza possibilità di ulteriore studio” (testuali parole che ricorderò per sempre).

Il professore sosteneva che fosse una sua responsabilità dicendo che purtroppo è una possibilità di cui tenere conto, e che quindi la decisione ora aspettava a me in merito ad alcune considerazioni, del tipo: se avessimo proseguito saremmo sfociati solo in una tesi del tutto “strana”, con un modello nuovo ma non interessante e quindi avrebbe portato ad una bassa valutazione. E quindi mi disse che potevamo o cambiare e ricominciare tutto da capo su un altro ambito.

Io francamente gli dissi che a quel punto preferivo dedicarmi ad altro, in particolare ad un altro interesse che mi aveva sempre affascinato ossia Stelle di Neutroni. Lui mi disse che non se ne occupava, e per tagliare corto abbandonai il relatore. E via 4 mesi e mezzo di tempo.

Ad oggi non ce l’ho con lui. È stato molto diretto, e continuo a stimarlo come persona perché nonostante tutto non mi ha lasciato al caso, mi ha sempre seguito ed è stato sincero in ogni momento.

Passai un altro mese e mezzo a cercare un nuovo relatore, il professor B, unico fisico teorico ad occuparsi di Stelle di Neutroni. La mia felicità aveva raggiunto il massimo picco, a parte il recente accaduto. Gli spiegai la situazione ma in ogni caso decidemmo di ricominciare da capo. Marzo 2017, nuovo inizio.

Il professor B ed io ci incontrammo seriamente a metà Marzo per discutere di tutto. Mi fornisce tre articoli da leggere e mi dà anche un libro in PDF.

Leggo il libro, anzi una parte, e poi torno da lui a metà Aprile. Mi diede altro materiale e mi disse ti ritornare a metà Giugno.

Arrivato il giorno dell’appuntamento gli dissi che avevo letto gli articoli e che avevo capito la matematica, ma che ancora dovevo finire il libro gigante.

Poi gli dissi che avevo provato alcuni programmi ma che non andavano, e che avevo trovato anche qualche errore di codice, probabilmente anche per differenze di versioni di compilatori o di sistema operativo (più che altro questioni di files o pacchetti). 

La risposta che mi diede fu una di quelle risposte che non ti aspetteresti e che fanno crollare il mondo: “AH ma non era indispensabile che studiassi FORTRAN. Infatti se vedi ti ho messo anche programmini in C, in C++, in Mathematica ed in Python. Puoi usare quello che vuoi”

….. E questo dopo avermi detto STUDIA FORTRAN È NECESSARIO.

Ma poi continuò così: “fai una cosa: fai una bella ricerca sui principali motori di archivio (arxiv, inspire…) e mandami tutto quello che riesci a trovare di recente, entro diciamo 2014, ed affine agli articoli che ti ho mandato”.

Io non sono un esperto di professori e relatori, ma dover cercare io articoli da mandare a lui mi sembrava una cosa non del tutto normale. Innanzitutto non ho la capacità di “diagnostica” per capire se un articolo può essere interessante o meno, solo in relazione ad altri articoli. Inoltre non posso sapere se un articolo può essere utile davvero o meno. 

In ogni caso presi tutto e portai a casa.

Mi misi all’opera e cercai articoli, trovandone 11. Sembrano pochi, ma tra una cosa e l’altra, tra un filtro e l’altro erano invece abbastanza. Glieli mandai tutti, era circa metà Luglio, e gli scrissi che avrei anche incominciato a leggerli.

Non mi risposte, ma va beh. Passò Luglio ed Agosto, arrivò Settembre che non mi aveva ancora scritto. Gli scrissi una mail, e poi una seconda qualche giorno dopo. 

Scoprii qualche tempo dopo che in quel periodo c’era stato uno sciopero dei docenti, nazionale. 

OVVIAMENTE LUI AVEVA ADERITO, il che significava che era chissà dove a fare chissà cosa. Una persona doveva laurearsi con lui a Ottobre, e saltò a Dicembre perché aveva scioperato. 

Io non sapevo che fare, anche perché quegli articoli erano un’ incognita. Andavano tutti bene? Andavano tutti male? Dovevo leggerli e farmi delle idee? Dovevo leggerli e imparare le cose che erano state fatte? Dovevo capire da quali partire per continuare i progetti iniziati? Non avevo indizi, solo silenzio.

Gli scrissi a fine settembre, mi rispose a metà Ottobre…

A quel punto andai da lui, verso inizio Novembre, e gli dissi testualmente che in merito al suo non seguirmi, al non essere presente, al non rispondermi alle mail e fatto perdere mesi senza fare effettivamente NIENTE, avevo preso la decisione di lasciare. DI NUOVO.

E così quasi altri 8 mesi persi. In totale più di un anno PERSO. 

Questa è stata la mia bellissima esperienza di tesi magistrale con due relatori non del tutto affidabili. Non ci sto nemmeno a ridere sopra tanto perché il tempo l’ho perso io e non loro.

A raccontarla ora uno può riderci sopra, rimanere esterrefatto, dirmi che anzi è NORMALE, non so.. Quello che so è che quando si vivono certe cose sulle proprie spalle è tutta un’altra cosa in termini di emozioni, ansie, nervosismi.

Ad oggi le cose sembrano andare meglio, non mi pronuncio perché sono ancora in una situazione di equilibrio instabile, ma sicuramente va meglio di allora.


Grazie per avermi permesso di scrivervi!!


EM